Fiat: Tensione a Termini Imerese
Momenti di tensione nell'aula consiliare a Termini Imerese, dove alcuni operai della Fiat e dell'indotto hanno contestato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Miccichè, che stava parlando durante una riunione di sindaci, amministratori e sindacati sul futuro della fabbrica. Un lavoratore ha cercato di raggiungere Miccichè, che è anche vice sindaco della città, ma è stato bloccato da altre persone. Sono volati insulti e parole grosse.La contestazione è scattata quando Miccichè ha consigliato ai sindacati e ai lavoratori di non organizzare scioperi e proteste contro la Fiat che ha deciso di non assemblare più auto nella fabbrica termitana a partire dal 2012, ma di chiedere al Lingotto spiegazioni sulle nuove produzioni e garanzie sui livelli occupazionali, accogliendo come un'opportunità il progetto di riconversione annunciato dall'ad Sergio Marchionne. Miccichè ha rivelato di aver parlato della Fiat con il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, che avrebbe ribadito il suo interesse per la Opel fornendo come ulteriore garanzia al piano industriale che a Termini Imerese non si assembleranno più auto. Di fronte alla reazione del gruppo di lavoratori, Miccichè ha minacciato di abbandonare l'aula perché non gli facevano più esporre le proprie argomentazioni. La riunione si è poi conclusa, in un clima di forti tensioni.Alla fine della riunione sindaci e amministratori hanno costituito un coordinamento per fare fronte comune in difesa dello stabilimento, schierandosi contro la riconversione e per il mantenimento dell'attuale mission produttiva, l'assemblaggio di auto. Il coordinamento è stato costituito alla presenza di Fim, Fiom, Uilm e Fismic. E' stato il sindaco di Termini, Salvatore Burrafato, a proporre agli altri amministratori la formazione del coordinamento, ottenendone l'adesione.