I cittadini siciliani si dichiarano "decisamente contrari" ad un ritorno dell'Italia all'energia nucleare. È quanto emerge da una indagine realizzata, a 15 giorni dalla tragedia in Giappone, dell'Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis su un campione di oltre mille intervistati. "La caduta di consensi sull'opzione nucleare inizia nella regione poco piú di un anno fa, all'indomani del decreto del Governo che disciplinava la localizzazione dei nuovi impianti - spiega Demopolis -: si passa infatti dal 51% di favorevoli del 2008 al 36% del febbraio 2010. Sino al 14% di oggi: il disastro di Fukushima ha incrementato le paure ed i dubbi dei siciliani. Un'opinione, condizionata in parte dall'impatto emotivo degli eventi giapponesi, destinata probabilmente a sedimentarsi nelle prossime settimane". "Mentre il Nord Ovest del Paese evidenza tuttora una ostilitá piú contenuta, lo scetticismo dei cittadini - afferma il direttore dell'Istituto Demopolis Pietro Vento - cresce al Centro e al Sud. La Sicilia si rivela la regione italiana con il maggior tasso di contrarietá ad un ritorno al nucleare. Molteplici sono le ragioni evidenziate da quanti si dichiarano contrari all'energia atomica: la percezione di insicurezza degli impianti, la chiara preferenza per le fonti rinnovabili, ma anche e soprattutto, in Sicilia, i timori legati al rischio di eventi sismici in un territorio - conclude Pietro Vento - decisamente molto fragile sul piano geologico". Ad un quarto di secolo da Chernobyl, il nucleare torna dunque a far paura. Il dato generale di contrarietá dell'80%, rilevato da Demopolis si accentua e cresce all'88% nell'ipotesi di una eventuale localizzazione dell'impianto nella regione. Solo 3 siciliani su 100 accetterebbero oggi che venisse realizzata una centrale nucleare nella provincia in cui vivono. (ITALPRESS)(SOL)