Fra le numerose novità che hanno caratterizzato la terza edizione della “rievocazione storica dello sbarco a Messina di don Giovanni d’Austria”, evento di alta rilevanza promosso anche quest’anno dall’Associazione culturale “Aurora” insieme alla “Marco Polo System” di Venezia e realizzato in collaborazione con il Comune di Messina, la Provincia Regionale di Messina, le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni locali, giova ricordare il patrocinio dell’Agenzia delle Dogane.
La rievocazione di domenica scorsa ha avuto, infatti, inizio proprio dal cortile interno dell’Ufficio delle Dogane di Messina, struttura ubicata ove anticamente si trovava il “Palazzo Reale”. La carrozza con a bordo lo “stratigò” è uscita dall’immenso portone metallico, sul viale San Martino, proseguendo in direzione Duomo sulla via Primo Settembre (ex “Amlfitana”, poi “Austria”). Un supporto sì tecnico ma dall’alto significato in un contesto rievocativo, la cui fattibilità si deve alla sensibilità e disponibilità dimostrata dall’attuale direttore: la dott.ssa Rosita D’Amore.
Nella Guida “Messina e dintorni” del 1902 si legge: “[…] Proseguendo per il corso Vittorio Emanuele, s’incontra la Dogana. Essa fu fabbricata sull’area dell’antico Palazzo Reale castello formidabile rifatto dal Conte Ruggiero, ampliato da Federico II d’Aragona (1309), abbellito quindi dall’architetto Calamech (1565-1585) e completato finalmente dal regio ingegnere Antonio Ponsello (1649). In quel palazzo sontuoso Federico lo Svevo aveva congregato i primi rimatori in lingua volgare: colà alloggiarono i Re ed i Viceré di Sicilia: in esso morì Enrico VI imperatore (1197). I terremoti del 1783 lo danneggiarono gravemente, ma non fu abbattuto che per le lacrimevoli ire municipali, e sui pochi avanzi di esso furono rizzati i magazzini del Portofranco (1826) i quali, incendiati nel 1848, vennero anche rasi al suolo nel 1853 […]”. Dopo il terremoto del 1908, la Dogana fu progettata dall’architetto Luigi Lo Cascio (Genio Civile) e i lavori vennero appaltati alla Federazione delle Cooperative di Ravenna. La costruzione iniziò nel 1912 e fu ultimata in circa due anni. Si caratterizza per l’ampia presenza di strutture metalliche (la grande tettoia lato mare e il monumentale ingresso sul viale S. Martino) riccamente ornate con motivi floreali in parte desunti dal repertorio liberty ma con elementi di gusto ancora ottocentesco. La palazzina centrale è coronata da un gruppo formato da una coppia di sirene, affiancate a una prua, con ai lati tritoni.(EC)