19 nov 2009

Termini Imerese: Scajola - "La Fiat non chiude"

Tensione a Termini Imerese, all'arrivo del ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola. Sceso dall'auto blu, davanti al municipio, il ministro si è avvicinato a un gruppo di lavoratori della Fiat che lo attendevano: "Vogliamo lavorare come tutti gli altri" gli ha gridato l'operaio Michele Russo, eletto simbolicamente sindaco della città con tanto di fascia tricolore. "L'Italia è fondata sul lavoro" gli ha urlato un altro lavoratore. Il ministro, circondato da decine di poliziotti e carabinieri, è entrato nel municipio mentre sono volati spintoni da parte delle forze dell'ordine ai giornalisti e ai cameramen delle Tv, ai quali è stato impedito l'accesso nella sede del Comune, dove il ministro assieme al sottosegretario Gianfranco Miccichè sta incontrando una delegazione sindacale per discutere della vertenza Fiat. "Credo sia giusto far capire e far sapere che non intendiamo smantellare nessun comparto industriale dalla Sicilia bensì farli crescere, ma con attenzione perchè i comparti industriali devono crescere secondo le attitudini del territorio e secondo la logica del mercato affinchè siano produttivi". "La Fiat deve produrre più auto, quindi non penso che si debba chiudere Termini Imerese. Il governo nazionale e regionale faranno la loro parte per aiutare l'impresa. Al limite la Fiat può convertire la produzione ma dovrebbe lasciare aperto lo stabilimento". I dipendenti della Fiat sono 1.370, circa 800 quelli occupati nelle aziende terziarizzate e nell'indotto. Il governatore Raffaele Lombardo ieri ha fatto sapere che l'azienda ha assicurato che al tavolo di verifica con la Presidenza del Consiglio, previsto per il 21 dicembre, Fiat auto porterà un piano industriale che prevede il rilancio dello stabilimento di Termini Imerese.

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