Messina: Inchiesta Boccetta, i tre arrestati respingono tutte le accuse
Hanno respinto tutte le accuse il dirigente della Provincia Regionale ed i due professionisti arrestati lunedì dalla Squadra Mobile nell’inchiesta sul danneggiamento della rampa d’accesso dello svincolo autostradale di Boccetta.I tre indagati, attualmente ai domiciliari con l’accusa di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e di concorso in abuso d’ufficio, sono stati interrogati stamattina dal gip Luana Lino.Il dirigente della Provincia Regionale, Benedetto Sidoti Pinto, il progettista e direttore dei lavori Giuseppe Termini, ed il direttore dell’Osservatorio Sismologico dell’Università di Messina e consulente tecnico di parte, Antonio Teramo, hanno deciso di difendersi dalle accuse contestate dal Gip. Tutti e tre hanno difeso il loro operato ed in particolare i due consulenti di parte hanno ribadito la bontà delle loro perizie nelle quali si sosteneva che i lavori non avrebbero creato alcun rischio alla stabilità del pilone e dunque della rampa. Al contrario la Procura è convinta che proprio grazie a delle perizie false l’impresa edile Archimede srl abbia potuto effettuare i lavori per realizzare un varco e consentire ai mezzi pesanti di poter raggiungere il cantiere. Proprio il consulente tecnico della Procura, Enzo Siviero, ha dimostrato che in caso di evento sismico il pilone sarebbe potuto crollare. Un fatto gravissimo visto che la Protezione Civile considera lo svincolo di Boccetta fondamentale via di fuga in caso di terremoto. Non per niente il Consorzio Autostrade Siciliane aveva dato sempre parere negativo alla concessione del passo carrabile.Nell’inchiesta sono indagati, per concorso negli stessi reati dei tre arrestati, i proprietari del terreno sul quale sta sorgendo il complesso edilizio “Archimede”, i coniugi Paolo ed Antonia Denti, ed i legali rappresentanti della società costruttrice “Archimede srl”, Antonino Mangraviti e Vincenzo Vinciullo.