
Ad avviso della Cassazione, correttamente i giudici dell'appello hanno ritenuto che "costituiva ingiuria grave non tanto l'infedeltà coniugale quanto l'atteggiamento complessivamente adottato, menzognero e irriguardoso verso il marito, all'insaputa del quale la moglie si univa con l'amante nell'abitazione coniugale". Per i giudici d'appello la moglie aveva commesso una "ingiuria grave che ledeva gravemente il patrimonio morale del marito" e pertanto, legittimamente il marito doveva tornare nel pieno possesso dei beni che aveva voluto condividere con la moglie.